lunedì 29 maggio 2017

Tori, guerrieri e altre storie

Una visual storytelling di qualche secolo fa, venticinque, per l’esattezza. E una location molto speciale, Taormina, o meglio Tauromenion. Parliamo delle origini di un antico centro della Sicilia orientale (destinato alle note glorie internazionali, dal Grand Tour a Trump…) e degli inizi della sua storia ‘per immagini’: quella narrata dalle sue monete.


1. Litra bronzea di Tauromenion, 358 a.C. ca
Ph.cred.:Numismatica Ars Classica NAC AG


Si tratta di una storia nata da guerrieri, mercenari a riposo dopo anni di combattimenti al soldo di un tiranno, Dionisio I di Siracusa. Questi uomini, nel 392 a.C., ricevettero dal loro signore come saldo della paga le terre alle pendici del Monte Tauro. Nacque così la comunità-guarnigione (phrourion) di Tauromenion.

Ma per essere una vera polis, mancava ancora qualcosa. 
Nel 358 a.C. la città fu ‘rifondata’ da Andromaco, padre dello storico Timeo di Tauromenion, accogliendo esuli di Naxos, la città distrutta da Dionisio nel 404 a.C. 
Ed ecco che, per la prima volta, furono coniate pesanti monete bronzee, con l’immagine del toro su un lato (diritto) e quella dell’astro sull’altro lato (rovescio), insieme al nome della città in monogramma (TA) (1). Era così affermata l’identità della nuova città.

Ma perché il toro? Cosa avevano in mente questi antichi storyteller nel momento in cui scelsero questa immagine? Eh sì, perché la selezione dei tipi per le monete non era certo casuale, come più volte abbiamo detto. La moneta è un documento di Stato, che ‘parla’ ai suoi fruitori e trasmette le ‘parole’ che l’autorità vuol far sentire alla comunità…
L’immagine del toro allude innanzitutto al Monte Tauro, da cui discende anche il nome di Tauromenion. Ma c’è di più. 
È un animale in atto di caricare, che spesso è assimilato all’uomo coraggioso. Il nome stesso del fondatore e leader della città, Andromaco, significa ‘combattente contro gli uomini, bellicoso’. 
E non si poteva certamente scegliere un’immagine ‘peace & love’ per rappresentare una città che era stata popolata da ex mercenari!

L’astro a sedici raggi, il tipo del rovescio, è un simbolo solare di origini medio-orientali, che si ritrova, non a caso, sulle monete del siracusano Dionisio I (insieme a due delfini, con al D/ la testa di Athena) (2)


2. Moneta in bronzo di Dionisio I, Siracusa
Ph. cred.: Chaponnière & Hess-Divo (coinarchives.com)




L’immagine dell’astro racconta una storia complessa di investitura divina, di un potere riconosciuto dalla divinità, e che viene adattata a vari contesti politici ‘forti’: dalla Siracusa del tiranno Dionisio alla regalità macedone, come mostra il simbolo presente sullo scrigno dorato (3) rinvenuto in una tomba reale macedone, destinata a un componente della famiglia di Alessandro Magno (fine IV sec. a. C.).


3. Cassetta in lamina d'oro da una tomba reale di Verghina (Macedonia), fine IV sec. a.C. - Salonicco, Museo Archeologico
Ph. cred.: Storia digitale Zanichelli

Le immagini scelte per la prima moneta di Tauromenion raccontavano quindi una storia di forza e di grandi ambizioni, una storia destinata ad arricchirsi di nuove idee e di nuova ‘parole’.


4. Moneta in bronzo di Tauromenion, 344 a.C.
Ph.cred.: Classical Numismatic Group, Inc.


5. Moneta in bronzo di Tauromenion, 344 a.C.
Ph.cred.: Numismatica Ars Classica NAC AG
Il toro, entrato nell’immaginario locale, era destinato a rimanerci a lungo. Ritorna, infatti, sulle monete bronzee del 344 a.C., in abbinamento con un dio speciale, Apollo Archagetes, il divino ‘fondatore’ di Naxos, originario luogo di provenienza dei Tauromenitani. Il toro è ancora rappresentato nell’atto di caricare (5), ma sulle monete più pesanti appare anche a volto umano (androprosopo) (4)


6. Didrammo d'argento di Gela, 490/480 a.C.
Ph.cred.:UBS Gold & Numismatics

L’immagine del toro è quindi adattata a personificare un fiume del territorio vicino, secondo una consuetudine consolidata in Sicilia (e non solo): ad esempio a Gela, dove il fiume Gelas era apparso sulle monete fin dal 490 a.C. circa (6). Il toro simbolo di lotta è ora un toro ‘umanizzato’, che allude al motivo dell’acqua, elemento vitale e fecondante, fondamentale per la crescita della comunità.   
   

7. Moneta in bronzo di Tauromenion , seconda metà III sec. a.C.
Ph.cred.: Classical Numismatic Group, Inc.


Ma si sa, ogni visual storytelling è specchio del suo tempo. A maggior ragione, sulla moneta. Ed ecco che il toro cozzante delle origini ritorna sulle monete battute sotto il controllo siracusano, al tempo del re Ierone II (275-215 a.C.). 
Non è un caso che al dio fondatore Apollo venga ora preferito un eroe, o meglio un supereroe, Eracle (7): è un semidio, figlio di Zeus, che per di più ha la testa cinta da un diádema (fascia), simbolo di regalità e attributo dei re ellenistici.  
È questa l’epoca di famosi tiranni e sovrani, che s’ispirano ad Alessandro Magno, il grande conquistatore. Ed è questo il tempo in cui l’immagine di Eracle è molto diffusa sulle monete della Sicilia (come a Kephaloidion, Halontion, Kentoripai), negli anni in cui l’isola diviene campo di battaglia di due grandi potenze, Roma  e Cartagine.
Il toro di Tauromenion, abbinato alla testa di Eracle, incarna ancora una volta la forza dei guerrieri progenitori dell’antico sito.

Sono, questi, piccoli frammenti di comunicazione visuale (e ufficiale) che ci raccontano il punto di vista dell’autorità al potere. E lo fanno attraverso meccanismi ad incastro di immagini che, come parole in un testo più ampio, narrano storie di lotte e di fiera celebrazione delle proprie origini.


Per saperne (molto) di più:
B. Carroccio 2017, Piccola, bella e misteriosa. Per una rilettura della monetazione di Tauromenion, in 'Notiziario del Portale Numismatico dello Stato. Atti del II workshop Medaglieri Italiani, Taormina – Siracusa, 27-29 ottobre 2016', a cura di S. Pennestrì, n° 10, 151-168 (online)

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