giovedì 1 dicembre 2016

Io, il re leone (Roarrrrr!!!)

Per comunicare, si sa, l’immagine deve essere efficace. Figuriamoci poi su un documento ufficiale come la moneta antica, che sulla visual communication ha molto da insegnare a tutti noi.

Facciamo un bel viaggio nel tempo, alle origini della moneta
Elettro della Lidia, 600 a.C. ca
Photo credit: acsearch.info

Asia Minore, Efeso, poco prima del 600 a.C. 
Nel deposito di fondazione del tempio di Artemide vengono deposti diversi gruzzoli di monete, insieme con gocce d’argento ed altri oggetti in oro, argento, avorio e ambra. 
Asia Minore

Questi tondelli in elettro sono le più antiche monete che conosciamo. 
Infatti, rispetto ai dischetti metallici lisci o striati, questi recano il ‘segno’ (sema) dell’autorità, il tipo, posto inizialmente soltanto su un lato (sull’altro vi è di solito un semplice quadrato incuso, cioè in incavo).

Quali sono i soggetti scelti per queste prime monete? Animali… un vero e proprio archeozoo! E soprattutto compare il re di ogni zoo che si rispetti: il leone. Ne è rappresentata la testa o la parte anteriore del corpo (protome) o la figura intera e perfino la zampa sulle monete più piccole.
Molto è stato scritto sulla comparsa del leone come tipo delle prime monete. È noto che il leone è un simbolo di regalità di ogni tempo. Per questo (e per altre considerazioni) molti studiosi sostengono che la moneta sia nata per volontà di sovrani, e precisamente di quelli della Lidia
Nel 1951 E. Robinson era giunto ad individuare i modelli della testa di leone di profilo con le fauci spalancate nei rilievi neo-assiri e neo-babilonesi, a loro volta di origine assai antica, come la scena della caccia al leone di Assurbanipal (668-626 a.C.).


Ma ci sono anche altri documenti che supportano l’ipotesi dell’origine regale della monetazione. 
Guardate, ad esempio, questo peso a forma di leone accovacciato. 
Peso in ematite a forma di leone da Ebla, 2000-1600 a.C.
Photo credit: Caccamo Caltabiano 2004, fig. I.1
Il peso in ematite è stato trovato in uno degli edifici palatini di Ebla (città bassa), probabile residenza del principe ereditario e luogo delle sepolture dei sovrani eblaiti durante il Bronzo Medio. Come la moneta, ha la funzione di unità di misura del valore.
 
Ma come si spiega questo significato ‘regale’ per l'immagine del leone? 
Enrico Ascalone e Luca Peyronel hanno dato una risposta convincente. Attraverso l’analisi di materiali epigrafici ed iconografici provenienti dalla Mesopotamia, i due studiosi hanno ricostruito una corrispondenza tra il ruolo del re e quello del dio-sole Shàmash, la cui natura è simbolicamente evocata dal leone. 
Il dio-sole è l’unica divinità richiamata a proposito di norme amministrative e legislative sui pesi. I pesi standard sono quindi garantiti dall'autorità delle città-stato o dei regni, come avverrà  mille anni più tardi per le prime monete a noi note. 


Dio sole/re - leone - autorità. Ecco dunque il percorso ideologico che spiega la presenza dell'animale sulle antiche monete rinvenute ad Efeso.
Ma il nostro leone non rimane confinato all'ambito regale. 
Infatti, poco dopo il 600 a.C., fa la sua comparsa in un contesto politico e culturale ben diverso. Siamo a Miletoun centro molto importante tra le colonie greche della costa microasiatica: un’area di interscambi culturali ed ideologici tra mondo ellenico e mondo orientale. 
Mileto (Ionia), statere in elettro, ante 575 a.C.
Photo credit: acsearch.info

Da questa città provengono gli elettri con la figura del leone accovacciato con la testa volta all'indietro e le fauci spalancate. Al rovescio appaiono due figurine animali (cervo) ed elementi stellati entro incuso. 
Il leone era anche l'animale sacro al dio Apollo, al quale era dedicato il vicino santuario di Didima. E, come l’antico Shamash, Apollo è anche il dio della luce e quindi divinità solare, garante di vita e rinnovamento.

Il leone sarà protagonista di tantissime altre storie raccontate dalle monete (e non solo...) in tempi e luoghi anche molto lontani e diversi. 

Ma io (al momento) mi fermo qui. 

Roaaaarrrr! 







Per saperne di più…
- E. Ascalone – L. Peyronel 2000, «...la norma del peso del re» Alalakh e Mari: contesti
archeologici palatini e sistemi ponderali in Siria durante la media età del Bronzo, NAC,
XXIX, 7-45.
- M. Caccamo Caltabiano, Il tipo monetale del Cavaliere nell’ottica del
Lessico Iconografico Numismatico, in M. Caccamo Caltabiano, D. Castrizio, M. Puglisi ( a cura di), 'La tradizione iconica come fonte storica. Il ruolo della Numismatica negli studi di iconografia', Atti del I Incontro di Studio del Lexicon Iconographicum Numismaticae (Messina, 6-8 Marzo 2003), Reggio Calabria (Semata e Signa 1), 17-45 (in particolare 21 s.).
- E.S.G. Robinson 1951, The Coins from the Ephesian Artemision reconsidered, JHS, 71,
156-167.


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