Un sandalo per raccontare una
storia di eroi, lotte e oracoli spioni. Tutto questo sintetizzato e mixato su
una monetina… Possibile?
1. Hemidracma d'argento di Larissa (Tessaglia), post 479 a.C. Testa di Giasone / Sandalo Ph.credits: acsearch.info |
C’era una volta...
... un tipo ambizioso di nome Pelia che ambiva a dominare l'intera Tessaglia. Per questo, dopo aspra lotta, fece fuori il fratellastro Esone, re di Iolco, e i suoi discendenti. Ma la moglie di Esone riuscì, con astuzia tutta femminile, a salvare il neonato Giasone.Il piccoletto ebbe una baby-sitter degna di un simile contesto, ovvero il centauro Chirone. Intanto Pelia, che non dormiva proprio sonni tranquilli all’idea di perdere il trono, consultò un oracolo che lo avvertì di stare attento all'uomo ‘con un solo sandalo'. Si sa, gli oracoli sono di poche e oscure parole...
Molti anni dopo, Giasone arrivò a
Iolco dove si tenevano dei giochi in onore di Poseidone. Ma cosa va a capitare
al nostro eroe? Perde uno dei sandali nel fiume!
Pelia, quando si trovò davanti
Giasone (l’uomo 'con un solo sandalo’) che reclamava il trono del padre, gli
rispose che l'avrebbe ottenuto solo dopo aver conquistato il vello d'oro, la
pelle dell'ariete dorato che si trovava nella Colchide.
Impresa non facile, ma Giasone,
da eroe qual era, accettò la sfida.
Iniziò così una lunga serie di peripezie (storie
di donne incluse) a bordo della nave Argo. Giasone riuscì, infine, nella doppia
impresa: la conquista del vello e quella del trono. Ma la sua sarà una triste
fine, solo e infelice…
2. Cratere apulo a fig.rosse, 340–330 a.C. (Paris, Musée du Louvre): Giasone porta il vello d'oro a Pelia Ph.credits: en.wikipedia.org |
Un'immagine, tante storie
Può un’immagine ‘raccontare’ vicende così complesse?
Certo, se il potere evocativo
delle immagini non è un’opinione… E soprattutto se l’immagine in questione si
trova sul documento di Stato, la moneta. Nel nostro caso, una monetina di Larissa (Tessaglia) che tra l’altro ha impresso, al diritto, la testa dell’eroe (fig. 1) o quella di Larissa,
la ninfa omonima (fig. 3): il protagonista o la stessa dea personificazione della polis.
Cosa s’intendeva trasmettere al 'pubblico' del tempo? Una storia certo, ma non soltanto una semplice storia.
3. Obolo d'argento di Larissa (Tessaglia), post 479 a.C. Testa della ninfa Larissa / Sandalo Ph.credits: acsearch.org |
Siamo negli anni successivi al
479 a.C., all’indomani della definitiva sconfitta dei Persiani ad opera dei
Greci. La dinastia al potere nella città di Larissa, quella degli Alevadi, ‘re
della Tessaglia’ (secondo lo storico Erodoto), aveva l’esigenza di rifarsi una reputazione
agli occhi del mondo greco. Infatti, stando sempre ad Erodoto, gli Alevadi
avevano accettato ‘volontariamente’ il controllo persiano sul loro territorio.
La scelta iconografica di un eroe (e del suo simbolo) che ‘ripristina’ un potere legittimo sulla regione mi sembra del tutto coerente con questa operazione ‘di marketing’ dei signori tessali.
Cosa ne deduciamo?
A) l’utenza del tempo, immersa in
un determinato contesto, era molto più ricettiva a certi significati di quanto
noi oggi non riusciamo a definire.
B) ricostruire la rete di
significati, partendo dal documento ufficiale (moneta), significa porre le basi
per la ricostruzione storica.
C) la sintesi della comunicazione
non è invenzione twitteriana…#CoinAsTweet, per l'appunto!
Alla prossima storia.
Nessun commento:
Posta un commento