giovedì 19 marzo 2020

Cosa ci racconta questa immagine? #osservaimmagina

Cosa accade in questa scena? 


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Osserva, prenditi il tuo tempo, immagina, ipotizza una risposta… o anche più di una risposta. 

Inizia così il nostro esperimento di lettura personale dell'immagine che da oggi abbiamo proposto sui canali social (Facebook, Twitter e Instagram). 
E che infine trova spazio anche qui, sul blog. 

Qual è l’obiettivo?
Stimolare l’osservazione, lo sguardo critico, una visione ‘libera’ dell’immagine, non condizionata da suggerimenti o indicazioni precise.



Iniziamo?


Ti sarai fatto sicuramente un'idea di cosa possa rappresentare la scena. 

E allora ecco il passo successivo: confronta la tua ipotesi con l’interpretazione che gli studiosi hanno dato di questa complessa raffigurazione. 

Ti dico subito che si tratta di una scena di nozze
O meglio di vari ‘quadri’ della cerimonia nuziale di età classica, con alcuni dettagli che spostano l’attenzione dal piano storico a quello simbolico.
La foto 1 è una ricostruzione ‘esplosa’, che consente cioè la piena visione dell’intera rappresentazione. 

2. Loutrophoros attica a figure rosse, 450-425 a.C.
Boston, Museum of Fine Arts
(Ph. https://collections.mfa.org/)

Ed ecco (2) il supporto materiale sul quale la scena è raffigurata: una loutrophòros, un vaso di forma allungata, dall'alto collo, utilizzato per contenere l'acqua lustrale, destinata ad uso rituale, per la pulizia del corpo prima del matrimonio, o per le donne decedute ancora nubili.
La funzione del vaso è ben chiarita dalle raffigurazioni che di solito lo decorano: processioni o altri dettagli relativi alla preparazione della cerimonia nuziale, lamentazioni ed esposizioni dei defunti.

Come in tutti i vasi dipinti, per convenzione, vi è un lato A, il principale, e un lato B.
Non a caso, i nostri protagonisti sono presenti sul lato A. 
Chi sono? Eccoli. 
3. Loutrophoros (vd. 2) - lato A
(Ph. https://collections.mfa.org/)

Osserviamo la foto 3. La figura femminile tenuta per mano da un personaggio maschile ha dei ‘segni’ (attributi) che la caratterizzano in modo ben preciso, rispetto alle altre: il velo e una piccola corona sulla testa, appena deposta da un piccolo Erote in volo, mentre un secondo reca in mano una collana.
La postura della coppia (il contatto per mano e gli sguardi reciproci) aiutano a definirne il ruolo: sono gli sposi, i protagonisti del corteo nuziale.


Passiamo alle altre figure. Dietro la sposa, c’è la nympheutria, la ‘supervisor’ delle nozze che le sistema il velo. 
Procedendo verso destra, un altro personaggio femminile è rivolto verso la coppia, regge in mano due fiaccole e appare stante dinanzi a due colonne. 
Si tratta della madre dello sposo che accoglie i due giovani sulla porta della nuova casa, al di là della quale s'intravede il thalamos, il letto nuziale.
Ancora oltre, vi è un'altra figura femminile con le mani levate e aperte come in un gesto di sorpresa o, meglio, di accoglienza.

Le fiaccole accompagnavano tutto il percorso degli sposi che attraversavano la città per rendere testimone l’intera comunità del patto matrimoniale. Di contro, le nozze illegittime erano definite “matrimonio senza fiaccole”.

Tornando alla nostra scena, lo spazio interno della nuova casa è segnalato dalle colonne. Queste indicano non soltanto il passaggio dall’esterno all’interno, ma simbolicamente anche il mutamento, il passaggio di status dei due giovani, dall’adolescenza alla maturità in quanto coppia e futuri genitori di figli legittimi. 



4. Loutrophoros (vd. 3) - lato B
(Ph. https://collections.mfa.org/)

Il lato B del vaso rappresenta un momento temporale precedente le nozze (4): l’atto stipulato tra il padre della ragazza e il futuro sposo, una cerimonia nota come engye (impegno solenne), nella quale i due uomini si stringono la mano pronunciando alcune frasi rituali in presenza di testimoni.

Tra questa scena e la coppia di sposi sono inserite due figure femminili, una regge un piccolo vaso per profumi e unguenti, l'altra una pisside (cassetta per cosmetici e gioielli, un beauty-case, insomma) e un altro contenitore tenuto sulla mano sollevata. 
Un ventaglio appare nello spazio tra le due figure, mentre in basso si vede un volatile dal lungo collo, un uccello acquatico, spesso associato alla dea Afrodite.
Tutti questi dettagli e gli oggetti tenuti dalle due figure sono 'segni' che rimandano alla toilette femminile e quindi allo spazio del gineceo, le stanze destinate alle donne.
  
La scena è quindi piuttosto complessa, come avrai capito da subito, ed è composta da più 'azioni' compiute dagli attori coinvolti: sposi, genitori, ancelle.
Il patto stretto tra il padre della sposa e il futuro marito è quindi l’inizio di una storia (non possiamo dire d'amore, almeno nella maggioranza dei casi) che troverà esito nel lungo rituale nuziale. 
La cerimonia - almeno quella di coloro che potevano permetterselo - durava ben tre giorni! 
E il corteo nuziale, al quale è dedicato il ‘quadro’ centrale della nostra rappresentazione, era il momento clou e avveniva il secondo giorno, dopo il banchetto, sul far della sera.

Uno sguardo attento può aiutarci, quindi, a leggere le immagini come le pagine di un libro e ad 'ascoltare' il racconto giunto fino a noi attraverso i tanti (social) media dell'Antichità, come per l'appunto un vaso.




Vuoi saperne di più? Puoi iniziare da qui:
E. Cantarella, L'ambiguo malanno: condizione e immagine della donna nell'antichità greca e romana, Milano 2010.

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