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mercoledì 14 novembre 2018

Donne alla fontana. Storie di vita ordinaria?

In tempi non lontani da noi, le nostre nonne si recavano alla fonte più vicina per raccogliere acqua. Si chinavano e poggiavano sotto il getto della fontana il vaso in terracotta o in altro materiale più moderno. 
Gesti antichissimi immortalati da foto color seppia, straordinariamente simili a gesti di donne di 2000 anni fa e oltre.
La fontana era fondamentale per la vita della comunità, anche dal punto di vista sociale. Era il luogo d’incontro, di scambio di informazioni, di pareri, di impressioni. Era “cosa di donne”.
Tutto questo nel vicino passato, come pure nel passato remoto.



Hydria attica a figure nere, 510-500 a.C - New York, Metropolitan Museum of Art
Ph credit: commons.wikimedia.org


Osserviamo questa hydria (vaso per contenere acqua). Alcune figure femminili sono in attesa di attingere dalla fontana a testa leonina, dove sta un'altra donna, e intanto chiacchierano tra di loro gesticolando vivacemente, qualcuna con il vaso poggiato ancora sul capo. 
Si tratta di immagini piuttosto diffuse nel repertorio iconografico antico che rimandano alla quotidianità della vita femminile. 
Ma c’è di più: non è soltanto la rappresentazione di un'attività domestica svolta da serve o altre donne. C’è la dimensione sociale che riguarda il luogo d’incontro e di costruzione di una rete di comunicazione al femminile. E c’è anche un complesso di significati più ampio. 

Trikka,obolo d'argento (R/), 400 a.C. ca
Ph. credit: acsearch.info

Cambiamo categoria di reperto. Su alcune monete battute in Tessaglia (Grecia settentrionale), nello spazio di poco più di un centimetro ritroviamo immagini apparentemente simili a quella vista poc'anzi sul vaso. Queste, però, riconducono ad un ambito semantico più complesso
La prima figura femminile è rappresentata nel gesto di sollevare una hydria per attingere acqua da una fontana, aiutandosi con la gamba sinistra a sostegno del contenitore. 
La figura sulla seconda moneta ha appena lasciato la fontana e si allontana con un passo quasi di danza.

Scene quotidiane raffigurate sulla moneta, documento di Stato. Possibile?
Larissa, obolo d'argento (R/), 425-400 a.C. ca
Ph. credit: LIMC VI.2, n. 9

E chi sono le figure femminili qui rappresentate? 
Sono Trikka e Larissa, le ninfe che legano il loro nome alle rispettive omonime città tessaliche. O meglio, si tratta delle cosiddette ‘ninfe eponime’, le personificazioni della città stessa. 
La ninfa eponima non è quindi un personaggio qualsiasi, ma è un’entità sacrale dal forte valore simbolico, in quanto incarnazione della stessa comunità politica
Non è così sorprendente trovare la ninfa abbinata all’elemento acquatico: l’acqua è vita, per qualsiasi gruppo o struttura sociale. 
E la personificazione cittadina è l'entità che regola la fecondità e la vita della sua polis, e come tale rappresentata in connessione con la fonte.
Larissa, obolo d'argento (R/), 400 a.C. ca
Ph. credit: Triton XV BCD Thessaly, January 3, 2012, lot 165
Su un’altra piccola moneta Larissa appare seduta su una grossa hydria rovesciata mentre lancia una palla. 
Come già detto altrove, anche la scelta dei dettagli dell'iconografia monetale, e cioè degli attributi e dei simboli, non è affatto casuale. 
Hydria e palla associate al medesimo soggetto vanno dunque lette insieme. L'analisi conduce a un ambito semantico ben preciso: quello del rinnovamento/cambiamento cui allude non soltanto l'acqua (dell'hydria), ma la palla stessa. 
In che senso? La palla nell’immaginario greco è simbolo dell’infanzia e, come tale, al momento del matrimonio veniva offerta alle divinità, a segnare il distacco dalla condizione precedente. In un sistema di immagini che è un vero e proprio ‘codice’ comunicativo, l’allusione è ad un rito di passaggio ben preciso, quello delle nozze.


Hydria apula a figure rosse, Ginosa Group, 340-330 a.C. - Matera, Museo Nazionale 'D. Ridola'
Ph credit: Dan Diffendale

L’accostamento acqua-palla non è noto solo dalla moneta. 
Guarda la scena raffigurata su questa hydria apula: davanti ad una fontana monumentale a bocca leonina due figure femminili giocano a palla. 
In un raffinato gioco (!) di rimandi tra contenitore (hydria) e contenuto (acqua), la connessione donna-acqua-nozze emerge in tutta la sua evidenza. 

In sostanza, queste iconografie rappresentano visivamente  l’unico ruolo riconosciuto alla donna nella società greca, e cioè quello della moglie (o prossima sposa) e futura madre di cittadini.
E le immagini impresse sulle moneta - medium di comunicazione ufficiale -  sanciscono e promuovono questo status, come uno dei fondamenti del vivere greco.


Per saperne di più...

- Baggio M., Sistemi di immagini, sistemi di oggetti. Le loutrophoroi del pittore di Baltimora, Cahiers "Mondes anciens" 4, 2013, on line.
- Menichetti M., La donna alla fontana. Charis e matrimonio sulle ciste prenestine, in I. Colpo, I. Favaretto, F. Ghedini (a cura di), "Iconografia 2005. Immagini e immaginari dall’antichità classica al mondo moderno" (Atti Convegno Venezia 2005), Roma 2006,  pp. 51-64.
- Salamone G., 'Una' e 'molteplice': la Ninfa eponima di città. Iconografie monetali e semantica, Reggio Calabria 2013 (Semata e Signa 6).



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